Gaetano Salvemini

BIOGRAFIA

Nel 1902 cominciò la sua carriera universitaria con l’incarico di docente di storia moderna presso l’Università di Messina. Successivamente insegnò a Pisa e poi nel 1916 a Firenze. Nella sua attività di storico si occupò della questione meridionale, insistendo sul federalismo e sull’unione tra operai del Nord e contadini del Sud come soluzioni per risolvere gli annosi problemi del Mezzogiorno. Cercò di coinvolgere il Partito Socialista, a cui era iscritto, ad occuparsi anche delle condizioni dei contadini del Sud e non arroccarsi solo sulla difesa degli operai del Nord. Polemizzò con Giolitti e il suo governo per gli scandali e il malaffare che investirono in quegli anni la classe dirigente del paese. Fu un interventista e partecipò come volontario alla prima guerra mondiale. Dal 1911 al 1920 fu direttore, insieme a De Viti De Marco, del settimanale L’Unità che fu un punto di riferimento culturale importante per tanti giovani. Nel 1919, intanto, fu eletto deputato e nel 1925 fondò a Firenze, coi Fratelli Rosselli e con Nello Traquandi, il giornale clandestino antifascista Non Mollare e firmò Il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti voluto da Benedetto Croce. Arrestato e processato a Roma, insieme ad Ernesto Rossi, riuscì a fuggire a Parigi dove, sempre coi Fratelli Rosselli ed altri intellettuali, fondò il movimento antifascista Giustizia e Libertà. Negli anni successivi fu invitato nel USA ad insegnare ad Harvard. Nel dopoguerra, esattamente nel 1949, tornò in Italia dove gli fu restituita la cattedra di professore all’Università di Firenze.